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Piercing: ci sono rischi?

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I miei genitori non vogliono assolutamente che mi faccia il piercing. Io volevo farlo sul labbro o sulla lingua ma mia mamma ha detto che è una cosa orribile e che finché sto in quella casa di piercing non se ne parla, che ci sono un sacco di pericoli per la salute e che è antiestetico. Se tutte le mie amiche se lo fanno – non sul labbro ma da altre parti, per la verità - e non è successo niente, dov’è tutto questo pericolo? Io trovo che è bellissimo e sul fatto che è antiestetico proprio non ci capiamo. Le scrivo perché vorrei che lei dicesse bene i rischi di questo piercing, anche sulla lingua, così almeno la smettiamo di discutere per niente! F.

La risposta della ginecologa

Piercing o no, cara F.? Rischi si, o no?
Si, i rischi ci sono: anche se non clamorosi, purché si seguano alcune attenzioni che dirò. Lo scontro, evidentemente, non è solo sulla salute, ma anche sul significato stesso che il piercing può avere. Tu vuoi il piercing “perché ti piace”. Come per molti tuoi coetanei, la ragione che adduci è innanzitutto estetica e di piacere personale. Chi si fa fare un piercing, lo ritiene un abbellimento del corpo e di sé. Ma anche un segno di distinzione (da quelli che non lo fanno), e di appartenenza alla grande comunità dei “piercing-lovers”, ossia degli amanti del piercing. Fino alla dipendenza, nei casi estremi in cui tutto il corpo diventa una sorta di trincea piena di fili spinati e di anelli. Per la verità, come tutte le distinzioni, che diventano di massa, alla fine anche il piercing diventa un conformismo. Ma tant’è. Per altri ragazzi, il piercing è un rito di iniziazione: una sorta di segno di passaggio che molti adolescenti ricercano perché li fa sentire grandi e diversi, anche dalle aspettative estetiche che i genitori hanno di loro. Non a caso, è questo il vero terreno dello scontro, di cui il piercing è solo uno dei motivi oggi più frequenti. Per altri ragazzi è un gioco lieve, soprattutto se il piercing è su zone meno rischiose, come il lobo dell’orecchio o il naso. Molte giovani coppie scelgono il piercing insieme, come segno di appartenenza reciproca, specie se su zone più intime e segrete del corpo. A volte, il piercing viene scelto come una sorta di segno, di marchio di sopravvivenza, dopo un abuso: una sorta di metafora metallica di qualcosa che più invisibilmente, e irreparabilmente, ha segnato l’anima e l’inconscio. Quando è il caso di preoccuparsi, dal punto di vista psicologico? Quando il piercing è eccessivo, e ossessivo, perché può indicare un disturbo profondo nel rapporto con il proprio corpo. Quando esprime cioè una tensione psichica che il ragazzo o la ragazza non riesce ad affrontare sul terreno emotivo. Ecco che il corpo diventa allora il territorio di una guerra interiore misteriosa e crudele, e il manifesto di un’aggressività e di un’infelicità rivolte inconsciamente contro se stessi. Infine, e non ultimo, molti praticano il piercing perché sedotti dall’idea, enfatizzata su molti siti Internet, che possa aumentare il piacere sensuale proprio e del partner: una storia metropolitana sulla quale non c’è alcuna evidenza documentata. Per esempio, è ormai un mito (mai dimostrato!) l’idea che il piercing sulla lingua possa aumentare il piacere orale. E i danni da piercing? Purtroppo ci sono, F. Specie se viene eseguito da piercer improvvisati, che non utilizzano aghi monouso e materiale rigorosamente sterilizzato, c’è il rischio –reale!- di trasmettere AIDS, epatite, verruche da papilloma virus e perfino il tetano. Un altro rischio è legato a sedi particolari, quando si vanno ad inserire anelli metallici in parti del corpo più delicate, per struttura anatomica, vascolarizzazione e innervazione come i genitali.O come la lingua, sulla quale non è affatto innocuo! Tua madre ha ragione a preoccuparsi! Il piercing sulla lingua, specie se fatto da persone che non hanno una specifica esperienza, può causare sanguinamenti protratti, perdita di sensibilità, perdita o lesione del gusto, interferenza con la fluidità del linguaggio e perfino con la masticazione. Il gonfiore alla lingua, dopo il piercing, può durare tre-quattro mesi. Per non parlare delle lesioni ai denti e alle gengive, oltre alla possibilità che l’anello venga malauguratamente deglutito. Altre complicanze sono le reazioni allergiche, frequenti, specie da nichel, e le infezioni, caratterizzate da arrossamento, gonfiore, dolore. Le infezioni possono comportare la rimozione dell’anello, a volte tecnicamente complessa se il tessuto infiammato si è ascessuato su organi delicati, come la lingua o i genitali. Il piercing può causare anche cicatrici esuberanti (cheloidi) o migrazione dell’anello, se troppo piccolo o inserito in modo inadeguato, specie se il tessuto in cui è inserito è insufficiente a sostenere il peso di questo particolare ornamento. Il segreto? Il piercing ottimale è perpendicolare al tessuto in cui è inserito, per esempio il lobo dell’orecchio. Altrimenti finisce con l’ulcerarlo. E allora? Piercing sì o no? Sì, se proprio piace, ma dopo i 18 anni se i genitori sono contrari, per ragioni anche legali. Sì, purché fatto da persone competenti e attente alla sterilizzazione e all’igiene, incluso l’uso di guanti sterili quando lavorano. Sì, ma evitando le parti del corpo, tra cui la lingua e i genitali, i cui danni, specie per lesioni nervose e infezioni, invece di dare più piacere possono causare dolore cronico e disfunzione sessuale per lesioni anatomiche irreversibili. Infine, F., mi raccomando, fai attenzione al “fai da te”. Molti studi fanno ritenere che circa il 50% del piercing tra adolescenti sia fatto da altri adolescenti, con evidente potenziamento dei rischi. Che è bene conoscere e far conoscere, per evitare che un gioco o un rito tra ragazzi possano lasciare cicatrici permanenti, non solo locali.