A 34 anni avevo infatti cominciato a soffrire di insonnia, di irregolarità mestruali, e di tachicardie notturne che mi avevano molto preoccupato. La mia sindrome premestruale era diventata insopportabile. Ero irritabile, paturniosa, incupita: in una parola infelice. Il desiderio sessuale scomparso, far l’amore era ormai una fatica. Una crisi su tutti i fronti. Il peggio è che io stessa non mi riconoscevo più. Dov’era andata la ragazza estroversa, allegra, che non si accorgeva nemmeno di quando aveva le mestruazioni? Mio marito cominciava ad allontanarsi. Mia figlia, allora di 5 anni, una volta mi ha detto:” Mamma, ma perché hai sempre la luna? Non mi piaci per niente così, lo sai?”. A nessuno dei medici consultati, quello di famiglia, due cardiologi, il mio ginecologo, e perfino uno psichiatra, era venuto in mente che potesse trattarsi delle avvisaglie di una menopausa. Continuavano a parlarmi di “stress” e di sindrome ansioso depressiva. Invece era la menopausa precoce con tanto di cause, sintomi e terapia. Se non fosse stato per una mia amica, di 40 anni, anche lei in questa situazione, che mi ha detto: “Senti, ma fatti fare i dosaggi ormonali, no?” sarei ancora qui a patire. Invece, e per fortuna, con una buona terapia ormonale almeno dal punto di vista fisico sono tornata a posto. Le scrivo per tre ragioni: - perché non mi è ancora passata la rabbia per quasi quattro anni passati stando male, quando con un semplice dosaggio ormonale tutto sarebbe stato impostato diversamente, senza farmi andare da uno specialista all’altro, inutilmente, anzi facendomi passare per matta o quasi. Quando poi su Internet ho letto tutti i sintomi della menopausa, mi è venuto ancora più il nervoso: almeno metà li avevo anch’io! La sensazione è che tutti guardassero la punta del’iceberg (il sintomo di loro competenza) e non lo sconquasso ormonale che li alimentava tutti; - perché, se me lo avessero detto subito che stava iniziando la menopausa, avrei cercato immediatamente un secondo figlio, che ora mi manca molto. In fondo questo faticoso passaggio è durato quattro anni, con mestruazioni ancora presenti, seppur diradate. Qualche ovulazione ancora ci sarà stata, no? - E perché vorrei che tutte le donne con i mei sintomi dicessero al loro medico:”Dottore, non è che sto andando in menopausa? Mi fa fare gli esami ormonali?” Mi risponderà? Spero che la mia storia sia utile almeno a qualche altra donna sfortunata come me. R.
La risposta della ginecologa
Le rispondo molto volentieri, gentile R., perché parlare di menopausa precoce può essere utile alle molte donne che ne soffrono: l’1% delle donne italiane ha la menopausa precoce spontaneamente, prima dei 40 anni, quando una donna, oggi, si sente ancora una ragazza. Un altro 5,3% può averla come conseguenza di cure mediche necessarie (chirurgia, con asportazione di entrambe le ovaie, chemioterapia o radioterapia). Si parla allora di menopausa precoce “iatrogena”.
Cosa può causare la menopausa precoce?
- cause genetiche: spesso il problema è familiare e sono andate in menopausa giovani anche la mamma o la nonna o una sorella maggiore.
- cause immunitarie: se il nostro corpo forma anticorpi contro l’ovaio, distruggendone il patrimonio di cellule riproduttive femminili.
- cause chirurgiche: quando per cisti ovariche sono state asportate parti dell’ ovaio, riducendo così il numero complessivo di follicoli.
- cause sconosciute: ancora nella maggioranza di casi.
Come si fa la diagnosi di menopausa precoce?
Con un dosaggio ormonale, in particolare dell’FSH (Follicle Stimulating Hormone, ormone follicolo stimolante) che fa crescere e maturare i follicoli ovarici. Quando l’ovaio non risponde più, perché si è esaurito, il livello di questo ormone si alza. Due dosaggi superiori a 40 mU/ml, a distanza di un mese l’uno dall’altro, ci consentono la diagnosi di menopausa precoce.
Il dosaggio dell’FSH, insieme a quello dell’estradiolo, ossia dell’estrogeno principale prodotto dall’ovaio, che si riduce in conseguenza dell’esaurimento ovarico, dovrebbe essere fatto, in 5°-6° giorno del ciclo, contando dall’inizio del flusso, tutte le volte in cui spiccate variazioni del ritmo mestruale si accompagnano a sintomi psichici e cardiologici (in particolare le tachicardie notturne che spesso sono uno dei sintomi di esordio, insieme all’alterazione del ritmo del sonno).
Perché sintomi così diversi possono avere una base ormonale comune?
Perché gli estrogeni sono potenti stabilizzatori, tra l’altro, dei centri di regolazione del ritmo del sonno, del ritmo cardiaco e anche del ritmo di regolazione dell’ansia (il cosiddetto “tono adrenergico”, che regola il livello medio di adrenalina in circolo e la reattività a minimi stimoli ambientali, la cosiddetta “irritabilità”).
Le forti fluttuazioni ormonali, tipiche della fase premenopausale, destabilizzano questi centri, facendo poi esplodere i sintomi di alterata funzione che da essi dipendono. E che possono essere curati con le opportune cure ormonali, come è successo anche a lei.
Cara R., grazie per la sua accorata testimonianza. Anch’io mi auguro che sia utile a tante altre donne, così da evitare sofferenze inutili per se stesse e la propria famiglia.