Le risposte alle domande più frequenti

Scopri le risposte alle domande più frequenti poste alla nostra ginecologa.

Come affrontare la candida recidivante?

Chiedi agli esperti

Ho 27 anni. All’età di 16 anni, dopo una forte cura con antibiotico per una broncopolmonite, ho avuto la mia prima infezione da candida. Da allora questa bestiaccia non mi ha mollato più. L’infezione è peggiorata quando ho iniziato la mia vita sessuale. Ormai è cronica. Si presenta con seccante puntualità, con perdite abbondanti a ricotta che mi creano disagio oltre a causarmi un bruciore pazzesco durante i rapporti. Purtroppo sono anche soggetta a tonsilliti ricorrenti, il che mi obbliga a periodici trattamenti antibiotici che peggiorano la situazione. Dopo l’ultima influenza, in cui un febbrone a 40 ha indotto il medico a ri-prescrivere antibiotici per paura di una polmonite, ho un’infiammazione che non risponde più a nessuna cura. Sono disperata! Cosa posso fare per liberarmi da questo tormento? Ho anche la sensazione che il bruciore peggiori se sono stressata. E’ possibile? P.

La risposta della ginecologa

Sì, è possibile, cara P. Mi è sempre più chiaro, come ginecologa che ascolta anche il mondo emotivo delle donne, che le nostre malattie, piccole o grandi, sono sempre multifattoriali.

Che riconoscono cioè cause biologiche, sì, che vanno diagnosticate e trattate con la dovuta competenza, ma anche co-fattori psicoemotivi e relazionali, i quali possono addirittura diventare preponderanti, specie quando vanno ad alterare l’efficienza delle nostre difese immunitarie, come la sua storia clinica sembra suggerire.

L’infezione da candida recidiva è un perfetto esempio di questa complessità etiologica. Esiste una predisposizione biologica, cui concorrono la vulnerabilità del colon a essere il bersaglio di elezione delle nostre somatizzazioni.

La tensione emotiva, attraverso il sistema neurovegetativo, provoca drastici e rapidi cambiamenti nella quantità e qualità delle secrezioni da parte delle ghiandole del colon. Questa alterazione cambia il pH e l’ambiente liquido del colon, in cui vivono milioni di germi di diverso tipo.

Una vasta popolazione (ecosistema) composta di decine di diverse tribù di germi, che vivono in equilibrio dinamico, e da cui dipendono il benessere intestinale, il grado di fermentazione del cibo (responsabile della “pancia gonfia” o meteorismo), il ritmo e la regolarità dello svuotamento intestinale, l’assorbimento delle sostanze nutritive.

Ecco perché uso dire che il colon è il mandante occulto di molte infezioni ricorrenti vaginali e vescicali, specie quando sono in gioco la candida o germi quali l’enterococco, l’escherichia coli e così via.

L’uso di antibiotici – se non è proprio assolutamente necessario- è da evitare. E’ infatti negativo, perché uccide gran parte della flora batterica del colon, consentendo la proliferazione incontrollata di lieviti e funghi, tra cui, appunto, la candida.

Un’altra variabile da controllare è la dieta. Se si vuole superare questa fastidiosissima infezione, è indispensabile:

- ridurre la percentuale di zuccheri semplici nella dieta. Vanno ridotti drasticamente tutti i cibi a base di glucosio, che sono una leccornia anche per la candida. Cioccolatini, biscotti, dolci e caramelle vanno tolti dalle gratificazioni quotidiane: e ogni donna sa quanto il bisogno e l’introduzione di dolci aumentino sotto stress! E’ possibile invece continuare l’assunzione di riso, oltre che di pasta integrale (che contengono amidi e quindi zuccheri complessi), nonché di verdura, frutta, uova, pesce, carne e olio di oliva;

- ridurre i cibi lievitati: pizza, pane, focacce, birra e così via. I lieviti contenuti in questi alimenti concorrono infatti ad una alterazione degli ecosistemi del colon a vantaggio della candida;

- ridurre i formaggi stagionati (che facilitano la candida) e preferire formaggi freschi come la ricotta.

E’ poi necessario fare una terapia antimicotica ( e quindi antifunghi) periodica per sei mesi, su prescrizione del medico curante. E’ opportuno che anche il partner effettui un ciclo di terapia antimicotica, a meno che la coppia non usi stabilmente il profilattico.

In fase di infezione è poi saggio evitare i rapporti con penetrazione, per evitare che le microabrasioni – facilitate dalla infiammazione e dalla secchezza vaginale causata dal dolore – possano contribuire alla comparsa della temibile vestibolite vulvare: un’infiammazione cronica del vestibolo, ossia dell’entrata, vaginale, caratterizzata da bruciore, dolore –specie alle 5 e alle 7, se si guarda l’entrata vaginale come il quadrante di un orologio, rossore della mucosa e dolore ai rapporti.

Per ridurre lo stress, è prezioso lo sport praticato con regolarità: in mancanza di meglio, anche mezz’ora-quaranta minuti di passeggiata veloce aiutano a scaricare le tensioni negative.

Nelle fasi di infezione acuta, e a maggior ragione se è presente la vestibolite vulvare, è necessario: abbandonare i pantaloni, specie aderenti o di jeans, e preferire un vestiario che lasci traspirare i tessuti; evitare collant, body e tessuti sintetici; non accavallare le gambe, per non mettere in tensione i muscoli che circondano la vagina, riducendo il flusso sangiugno e l’ossigenazione tessutale.

Per evitare le recidive è quindi importante agire in modo integrato sui diversi fattori favorenti lo squilibrio dell’ecosistema.

In sintesi, per recuperare una luminosa salute è saggio:

- migliorare la qualità delle sue difese immunitarie, anche attraverso principi naturali come la propoli che potrebbero aiutare nella prevenzione e nella cura delle tonsilliti e altre infezioni;

- riequilibrare l’ecosistema del colon, con dieta appropriata;

- scaricare le tensioni negative attraverso lo sport o tecniche psico-corporee, come la danza di rilassamento;

- evitare gli antibiotici se non davvero necessari;

- far valutare dal ginecologo: i muscoli del pavimento pelvico, se tesi e contratti, facilitano le microabrasioni della mucosa durante i rapporti sessuali e nuove recidive di candida, sempre in agguato; il pH vaginale e quindi l’ecosistema vaginale (un’informazione utile anche per curare meglio eventuali vestiboliti);

- considerare l’opportunità di un aiuto psicoterapico, in caso di co-fattori psicologici che peggiorino al vulnerabilità alle infezioni croniche.

In conclusione, per riuscire a superare le infezioni recidivanti, specie da Candida, bisogna ricomporre quel mosaico complesso e misterioso in cui corpo e psiche si fondono in un’unica musica, di cui la medicina moderna, così frammentata, ha perso il senso profondo e l’armonia.