Toxoplasmosi, cosa NON mangiare in gravidanza

Si sa che bisogna prestare attenzione ai cibi crudi, ma vediamo nel dettaglio cosa fare per prevenire la toxoplasmosi

toxoplasmosi in gravidanza

Se sei incinta o stai provando ad avere un bambino, molto probabilmente sarai già stata messa in guardia sui pericoli della toxoplasmosi, del contatto con i gatti e del consumo di carne e verdure crude. Si tratta infatti di un’infezione il cui veicolo di contagio più conosciuto è il passaggio dai felini agli umani, e che può annidarsi facilmente in alcuni tipi di carne o nei vegetali contaminati da feci di gatto. Vediamo insieme di cosa si tratta e quali sono gli alimenti da evitare per una gravidanza al riparo dalla toxoplasmosi.


Che cos’è la toxoplasmosi e perché è più pericolosa in gravidanza

La toxoplasmosi è la malattia che si sviluppa in seguito all’infezione di un parassita, il Toxoplasma gondii, che può colpire diversi animali tra mammiferi, uccelli, rettili e molluschi. Soltanto nei felini però riesce a completare il suo ciclo vitale e a riprodursi. Il parassita vive nell’intestino del gatto e crea delle cisti (o per meglio dire, oocisti) che vengono emesse nell’ambiente esterno attraverso le feci, e possono arrivare a contaminare gli alimenti. Una via di contagio “privilegiata” dunque, può verificarsi durante le operazioni di pulizia della lettiera del micio. Questo non significa che tu debba separartene per tutto il tempo della gravidanza! Sarà sufficiente prestare particolare attenzione, indossare guanti e mascherina, lavare la lettiera con acqua molto calda, o magari chiedere al partner o alle persone che ti sono vicine di farlo al posto tuo. Attenzione anche alle attività di giardinaggio e di cura dell’orto se il gatto ha accesso al terreno.

Il Toxoplasma gondii è tra i parassiti più diffusi al mondo. In Europa si stima che il 50-80% della popolazione ne venga a contatto prima o poi. Quando questo succede, si attiva una risposta immunitaria che funge poi da protezione in caso di successivi contatti: si diventa immuni per il resto della vita. Normalmente, il nostro sistema immunitario è in grado di tenere sotto controllo il parassita ed evitare lo sviluppo della malattia, per cui non si registrano neanche sintomi o malesseri particolari. In alcuni casi, gli effetti possono essere simili a quelli di una lieve influenza. La gestazione, però, rappresenta una condizione di stress immunitario per cui è più facile che sia il parassita ad avere la meglio.

Tra gli esami che si fanno all’inizio della gravidanza c’è il toxo-test, per capire se sei già stata a contatto con il Toxoplasma e hai sviluppato l’immunità oppure no e sei quindi a rischio di contrarre l’infezione. Si tratta di un semplice esame del sangue con cui si verifica la presenza di anticorpi specifici contro il parassita, che sono di due tipi: le IgM, che si formano quando l’infezione è in corso, e le IgG, che restano in circolo nella fase successiva. Se sei recettiva alla malattia dovrai eseguire il test sul sangue ogni mese fino al parto.

Gli alimenti da evitare per prevenire la toxoplasmosi

Oltre al contatto con i gatti, l’altra principale via di contagio da toxoplasmosi è rappresentata dal consumo di alcuni cibi crudi o non ben lavati, contaminati dalle oocisti del Toxoplasma gondii: vediamoli nel dettaglio.

La carne cruda o poco cotta, specialmente quella di agnello, maiale e manzo, rappresenta la principale indiziata per il contagio da toxoplasmosi; questo include anche salumi e insaccati crudi o poco stagionati, carni pronte al consumo come salsicce, porchetta, hot dog se non ben cotte, paté o creme di carne freschi (mentre si possono mangiare quelli sterilizzati, cioè in scatola). Accade perché nella carne possono essere presenti cisti muscolari che si originano a partire dai bradizoiti, un'altra forma vitale del ciclo del Toxoplasma negli animali a sangue caldo. 
Per chi ha un gatto in casa, un’ulteriore accortezza in questo senso è evitare di mettere carne cruda nella sua ciotola, preferendo scatolette e cibi cotti. Attenzione anche a eventuali prede animali che potrebbe procurarsi.

Frutta e verdure crude sono l’altra grande categoria a cui prestare attenzione, in particolare i frutti di bosco. Non è necessario sbucciare tutta la frutta prima di mangiarla – anche perché la buccia contiene una grande percentuale delle sostanze nutritive, ed eliminandola si perderebbero – ma è importante lavarla in modo accurato. Per maggiore sicurezza, dopo aver sciacquato tutto sotto acqua corrente sfregando con uno spazzolino per eliminare ogni residuo di terra, si possono lasciare frutta e verdura in ammollo per 30 minuti con bicarbonato di sodio, e risciacquare prima del consumo o della cottura.

C’è poi una terza categoria a cui prestare attenzione, ed è quella dei cibi pronti per il consumo. Potrebbero infatti essere soggetti a contaminazione diretta, per contatto con altri alimenti crudi che veicolano il patogeno, oppure indiretta, per contatto con utensili o superfici di lavoro contaminate e non adeguatamente pulite. Al ristorante un piatto ben cotto potrebbe essere contaminato ad esempio da una foglia di insalata decorativa, come la classica cotoletta distesa su una foglia di lattuga, o il drink al bar con una fragola a bordo bicchiere: è bene dunque precisare che si desidera un servizio privo di guarnizioni.

La cottura dei cibi è fondamentale, ma ci sono anche altre accortezze da adottare in cucina per evitare il rischio toxoplasmosi.

  • Mentre si cucina, è bene lavare le mani con acqua calda e sapone dopo aver maneggiato le carni ancora crude; è meglio anche evitare di assaggiare durante la cottura.
  • Attenzione a coltelli e altri utensili, che vanno lavati affinché non diventino veicolo di contaminazione incrociata tra un alimento e l’altro.
  • È consigliabile pulire spesso anche il frigorifero, e usare un termometro da frigo per assicurarsi che stia sempre ad una temperatura di +4°C o inferiore. Sempre per evitare contaminazioni incrociate, separare bene i prodotti crudi fra loro, e soprattutto dalle verdure e dai cibi cotti pronti al consumo.
  • Non utilizzare il forno a microonde per cuocere gli alimenti: non garantisce una cottura uniforme.
  • Attenzione agli insetti che si posano sul cibo, perché potrebbero essere veicolo di contaminazione. Il cibo avanzato va protetto con pellicola trasparente o tenuto in frigorifero lontano da insetti o dal gatto di casa.


I sintomi della toxoplasmosi e gli effetti in gravidanza

Quando le difese immunitarie sono forti, un’eventuale infezione si presenta in modo asintomatico. In condizioni particolari come la gravidanza, invece, la toxoplasmosi può manifestarsi con sintomi che ricordano quelli di una forte influenza. Questi si manifestano generalmente a distanza di un mese dall’inizio dell’infezione e comprendono mal di testa, febbre e mal di gola, gonfiore dei linfonodi del collo e più raramente di quelli nelle ascelle, dolori muscolari e stanchezza generale. A chi non ha sviluppato l’immunità dalla toxoplasmosi, comunque, viene consigliato di ripetere il toxo-test ogni mese fino al parto per maggiore sicurezza.

Se viene contratta durante la gravidanza, oltre a dare sintomi nella futura mamma, l’infezione può passare al feto attraverso la placenta e avere effetti molto gravi. Nel primo trimestre è minore il rischio che arrivi al feto, ma se accade i danni sono maggiori e possono riguardare la capacità visiva e il sistema nervoso centrale, causando idrocefalia, epilessia o ritardo mentale. C’è anche un alto rischio di aborto spontaneo. Negli ultimi mesi di gestazione, invece, è maggiore la probabilità che si trasmetta l’infezione al feto, ma con conseguenze potenzialmente meno gravi perché i suoi organi sono già formati. Anche il rischio che il bimbo nasca con toxoplasmosi congenita aumenta tanto più è avanzata la gestazione nel momento in cui la futura mamma contrae l’infezione.

Un’ultima raccomandazione: è normale preoccuparsi per il rischio di contrarre la toxoplasmosi in gravidanza, ed è raccomandabile mettere in atto tutte le precauzioni possibili per prevenirla, ma non bisogna nemmeno dimenticare che uno stress eccessivo non fa bene né alla futura mamma né al suo piccolo. Una carezza al micio di casa va benissimo: fagli pure le coccole, e lava le mani successivamente. Prendersi cura di sé in modo equilibrato è sempre la miglior cosa!

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