Quali sono le possibili cause di dolore ovarico, come riconoscerle e cosa fare per liberarsene.
Sono tante le possibili cause di dolore al basso ventre. Come distinguere il dolore alle ovaie da un semplice mal di pancia? Ma soprattutto, sarà il caso di preoccuparsi e rivolgersi al medico? Se sei arrivata da queste parti, probabilmente te lo stai chiedendo anche tu: parliamone insieme.
Per prima cosa, chiariamo che i dolori al basso ventre possono essere dovuti a condizioni fisiologiche o patologiche. In altre parole, ci sono situazioni in cui è naturale provare sensazioni di fastidio o dolore, ma è anche possibile che siano indice di qualcosa che non va. Molto spesso si tratta di dolori alle ovaie: ricordiamo che le ovaie sono due ghiandole posizionate ai lati dell’utero e hanno grossomodo le dimensioni di una noce. Se quello che avverti è un fastidio localizzato al basso ventre e proiettato verso l’inguine, in corrispondenza di uno o di entrambi i lati, è possibile che si tratti proprio di dolore ovarico. Per individuarne la causa è importante fare attenzione al momento in cui si presentano, cioè in quale fase del ciclo mestruale o in quale circostanza.
La causa più comune (e naturale) per cui si può provare fastidio o dolore alle ovaie è l’ovulazione: ogni mese, quando l’ovulo è maturo passa dal follicolo all’utero attraversando la tuba di Falloppio. Pur essendo un fenomeno assolutamente fisiologico, è possibile provare indolenzimento e tensione a causa del rigonfiamento e della rottura del follicolo; anche la fuoriuscita di liquido follicolare potrebbe dare irritazione alle pareti del peritoneo. Il cosiddetto Mittelschmerz (in tedesco: dolore di mezzo, perché si presenta proprio a metà del ciclo mestruale) si presenta generalmente come un dolore acuto e riguarda circa il 20% delle donne in età fertile. L’intensità del fastidio è soggettiva, così come il fatto che alcune donne riescano anche a localizzare il fastidio al lato destro o sinistro, ma in ogni caso scompare una volta che l’ovocita è stato rilasciato e dura circa 36-48 ore.
Nel corso del ciclo mestruale, dolori alle ovaie possono presentarsi anche subito prima dell’inizio delle mestruazioni, quando il corpo luteo che fino a poco prima stava aumentando di volume, ora si riduce e cicatrizza rapidamente: dopo l’ovulazione, il follicolo collassato si trasforma in corpo luteo, una ghiandola “temporanea” che secerne ormoni fino al momento della luteolisi, la sua autodistruzione, che lascia una cicatrice chiara sull’ovaio.
Dolori alle ovaie possono anche presentarsi a inizio gravidanza, e infatti sono abbastanza frequenti nel primo trimestre: in caso di fecondazione, il corpo luteo si ingrandisce, diventa “gravidico” e continua a produrre grandi quantità di progesterone, ed è assolutamente fisiologico avvertire fastidi e doloretti al basso ventre per questo motivo. Solo se il dolore diventasse acuto e fosse accompagnato da perdite di sangue, potrebbe indicare l’inizio di una gravidanza extrauterina o di un aborto, per cui sarebbe opportuno sottoporsi a controlli più approfonditi.
E in menopausa? Bisogna considerare che la fine del ciclo mestruale non avviene da un momento all’altro, ma in maniera graduale. Si attraversa la fase della pre-menopausa, che può durare alcuni anni, durante i quali le mestruazioni si presentano a cadenza piuttosto irregolare e portando con sé i sintomi tipici della sindrome premestruale. In questa prima fase in cui l’attività ovulatoria non è ancora cessata del tutto, quindi, i dolori alle ovaie possono rappresentare una situazione fisiologica.
Quando invece le mestruazioni non si presentano da almeno un anno e si è raggiunta la menopausa vera e propria, dolori ovarici frequenti possono essere spia di una condizione patologica ed è il caso di rivolgersi al medico senza aspettare troppo tempo. Annotare i momenti in cui si avvertono, l’intensità e la tipologia (acuti, intermittenti…) può dare informazioni utili in sede di accertamenti clinici.
Se il dolore alle ovaie si presenta durante o dopo i rapporti sessuali, invece, può essere dovuto alla circostanza in sé (ad esempio se avviene nei giorni dell’ovulazione per cui la cervice uterina è più sensibile, o se non c’è sufficiente lubrificazione vaginale, oppure se la posizione rende la penetrazione troppo profonda e quindi fastidiosa) ma è anche possibile che la stimolazione vada a “risvegliare” altre condizioni di infiammazione esistenti, come la cistite o la presenza di cisti ovariche, provocando sensazioni dolorose. Quando il dolore alle ovaie post rapporto si presenta in maniera sistematica, è il caso di rivolgersi al medico per approfondirne le cause.
Gravidanza extrauterina: le cause e i sintomi
LeggiIl dolore alle ovaie può essere spia della presenza di cisti ovariche: in genere non danno sintomi e non rappresentano un pericolo per la salute, ma a volte possono dare qualche fastidio. Succede quando, dopo l’ovulazione, il corpo luteo si riempie di liquido o sangue e raggiunge grandi dimensioni, diventando appunto “cistico” o emorragico. Si tratta in genere di formazioni benigne, che regrediscono piano piano dopo ogni mestruazione e tendono a scomparire spontaneamente nel giro di due o tre mesi. L’unico rischio in cui si può incorrere è che aumentando il volume dell’ovaio queste cisti provochino la sua torsione, come farebbe un’albicocca sul picciolo, se l’ovaio si torce sul peduncolo che lo lega alla parete dell’addome, si verifica un blocco del flusso di sangue che causa forti dolori, che possono essere continui o intermittenti a seconda se il sangue è bloccato del tutto o procede a tratti.
Anche la presenza di fibromi uterini può essere tra le cause di dolori al basso ventre e alle ovaie. Si tratta dei tumori benigni più frequenti dell’apparato riproduttivo femminile, specialmente in età fertile. Generalmente non danno sintomi e vengono scoperti quasi per caso durante la visita ginecologica di routine o facendo un’ecografia transvaginale o transaddominale. In alcuni casi si manifestano con sintomi che variano in base alla sede del fibroma e possono includere cicli abbondanti, con perdite di sangue particolarmente consistenti e prolungate, sensazione di compressione rettale o della vescica, coliche mestruali e dolore addominale acuto.
Anche l’endometriosi può dare dolori alle ovaie, quando l’endometrio (il tessuto che dentro l’utero crea la mestruazione) si sposta appunto nell’ovaio creando agglomerati di sangue che si ingrandiscono provocando sensazioni dolorose. In questo caso, il dolore ovarico è un sintomo che si inserisce all’interno di un quadro clinico più ampio e che richiede trattamento medico.
Le cisti ovariche sono spesso dovute ad alterazioni ormonali, ad esempio a eccesso di estrogeni o a un deficit dell’ormone progesterone. Per tale motivo il medico indaga le cisti ovariche attraverso un prelievo di sangue dove i livelli ormonali possono essere valutati opportunamente. Nell’esame del sangue potrà essere aggiunto il dosaggio del Ca 125 che appartiene ai markers di endometriosi. Quando questa malattia è particolarmente attiva il marcatore si innalza, quando la malattia è quieta il marcatore rimane invece stabile. Se il valore del Ca 125 fosse estremamente elevato il dubbio di un tumore ovarico potrebbe essere motivato, in tale caso il medico potrebbe approfondire il caso con un nuovo prelievo di sangue con richiesta del valore He4, il marcatore del tumore ovarico. A volte infatti è difficile capire dalla sola ecografia se una cisti ovarica sia completamente benigna o se abbia caratteristiche evolutive. I marcatori sono di grande aiuto nella diagnosi precoce.
Fra gli esami strumentali è molto utile, oltre all’ecografia, l’utilizzo della Risonanza Magnetica, che è in grado di verificare il contenuto della cisti e di segnalare le cisti sospette. Inoltre la Risonanza Magnetica è l’esame radiologico che permette di trovare i piccoli focolai di endometriosi disseminati nella pelvi. L’endometriosi infatti tende a diffondersi dalla ovaie verso i legamenti, le anse intestinali, la vescica. Talvolta l’ecografia è insufficiente per trovare i focolai attivi di questa patologia nei suoi punti di annidamento più nascosti: in questi casi la Risonanza Magnetica è davvero di grande aiuto.
L’infezione da clamidia o gonorrea può portare invece alla cosiddetta Malattia Infiammatoria Pelvica, che causa infiammazione degli organi interni con dolore localizzato a entrambe le ovaie.
Ci sono poi altre situazioni che esulano dall’ambito puramente ginecologico, ma possono essere causa di dolori al basso ventre. Una è la sindrome del colon irritabile, una condizione molto comune che comporta una serie di disturbi intestinali cronici a carico del colon. Nonostante i numerosi studi in merito, le cause restano un punto interrogativo, e non è ancora stato messo a punto un test diagnostico specifico. Oltre a dolore e crampi all’addome, i sintomi comprendono irregolarità intestinale con alternanza di stipsi e diarrea, meteorismo e gonfiore addominale.
Un’altra è la presenza di un’ernia inguinale, che colpisce prevalentemente gli uomini ma non è troppo rara nemmeno tra le donne. Generalmente si manifesta con un rigonfiamento a livello dell’inguine (più spesso al lato destro) e dolore localizzato, che può essere descritto come senso di tensione o pressione, pesantezza e/o bruciore, e che tende ad attenuarsi quando ci si sdraia. Sforzi fisici, ma anche il semplice tossire o starnutire, invece, fanno aumentare il fastidio dell’ernia.
Quando si sospetta che il dolore alle ovaie o al basso ventre possa essere causato da una delle condizioni patologiche che abbiamo descritto, è importante rivolgersi tempestivamente al proprio medico. Se non curati adeguatamente, infatti, quelli che sembrano fastidi di poco conto potrebbero aggravarsi e portare a una situazione di dolore pelvico cronico.