Dalla fine del ciclo mestruale all’aumento di peso, ecco cosa succede all’organismo per effetto degli estrogeni (che diminuiscono).
Ogni donna sa che avvicinarsi ai cinquant’anni vuol dire avvicinarsi anche alla menopausa, ma quali sintomi e disturbi bisogna aspettarsi da questa nuova fase della vita? Quanto durano i sintomi della menopausa? Come cambia il corpo con la fine del ciclo mestruale? Si parla spesso delle vampate di calore, di qualche chilo in più e dei possibili disagi intimi… Se sta capitando anche a te, parliamone insieme per fare chiarezza su cosa aspettarti dal tuo corpo in menopausa.
Menopausa significa ultima mestruazione, fenomeno dovuto al termine del ciclo fertile ovarico e alla concomitante riduzione nella produzione degli estrogeni. Fine del ciclo mestruale e delle fluttuazioni ormonali mensili quindi, ma non da un giorno all’altro: il ciclo attraversa un periodo di irregolarità che può durare fino a cinque anni e rappresenta la fase di premenopausa, con sintomi come gonfiori, tensione e indolenzimento del seno, insonnia, dolori articolari diffusi ed alterazioni dell'umore.
Dopo i 40 anni è già possibile notare alcuni cambiamenti nel ciclo mestruale, per cui possiamo dire che i primi sintomi di menopausa si trovano nelle mestruazioni. Il ciclo infatti tende a variare in quantità e frequenza, con mestruazioni ravvicinate e abbondanti oppure più distanziate tra loro. In questa fase può succedere che la sindrome premestruale si manifesti in modo più accentuato o che i dolori ovulatori si facciano sentire maggiormente rispetto a prima.
Quando questa fase di irregolarità e la fine del ciclo mestruale si compiono prima o intorno ai 43-44 anni, si parla di menopausa precoce, e può essere legata a fattori ereditari, a fattori esterni come malattie a carico delle ovaie o dell’utero, oppure a uno stile di vita non sano o poco equilibrato, o a un momento di forte destabilizzazione come un trauma, un esaurimento, una malattia. I sintomi della menopausa precoce – vampate di calore, sudorazione notturna, aumento della ritenzione idrica, calo del desiderio e sbalzi d’umore – si manifestano spesso in modo più intenso rispetto a quelli della menopausa che inizia intorno ai 50 anni. Inoltre il carico emotivo è più forte perché toglie alla donna il progetto maternità che a 40 anni circa potrebbe essere ancora considerato.
Il calo degli estrogeni è il principale responsabile dei sintomi generali che rientrano nella cosiddetta sindrome climaterica, che ha effetti abbastanza variegati e soggettivi ma riguarda una donna su due. Il venir meno dell’attività delle ovaie, infatti, si ripercuote su tutto il sistema endocrino e su alcuni aspetti del metabolismo.
Le arcinote vampate di calore, ad esempio, si verificano per effetto di una sorta di “cortocircuito” momentaneo della circolazione sanguigna periferica. Gli effetti sono sensazioni di forte accaldamento e sudorazione improvvisa che svaniscono da sole nel giro di un paio di minuti, ma si ripresentano diverse volte al giorno. Capita all’80% delle donne in menopausa, per un periodo che può durare dai due ai cinque anni. Mentre ti chiedi quanto ancora dureranno questi particolari sintomi della menopausa, è bene sapere che le vampate di calore si possono mitigare prestando maggiore attenzione a tavola. Insieme alle vampate, possono presentarsi anche disturbi cardiaci come palpitazioni e tachicardia, ovvero un aumento della frequenza cardiaca.
I cambiamenti ormonali possono causare anche episodi di sudorazione notturna, non necessariamente collegati alle vampate di calore. Questi episodi sono generalmente improvvisi e possono essere abbastanza intensi da far svegliare la donna che ne soffre. In comune con le vampate di calore hanno la causa: si ritiene infatti che anche la sudorazione notturna sia dovuta ad alterazioni della circolazione sanguigna (causate dal calo degli estrogeni) che favoriscono l’improvviso aumento del flusso di sangue verso la superficie della pelle, nella parte superiore del corpo e soprattutto alla testa.
Questo ci porta ad un altro “effetto collaterale” della diminuzione degli estrogeni, ovvero un generale aumento della pressione arteriosa (che talvolta rischia di diventare vera ipertensione) e un maggior rischio di sviluppare malattie cardiovascolari. Succede perché, durante l’età fertile, gli ormoni femminili proteggono il sistema circolatorio mantenendo più bassi i livelli di colesterolo nel sangue e dunque favorendo una migliore funzionalità delle arterie; i cambiamenti ormonali legati alla menopausa, invece, fanno venir meno questa situazione favorevole, rendendo la donna più soggetta a problemi circolatori legati all’ispessimento delle pareti arteriose con l’aumento dei livelli di colesterolo.
La carenza di estrogeni, che sono i principali ormoni sessuali femminili, non può non avere effetti diretti sull’apparato genitale, che infatti va incontro a diversi disturbi legati alla menopausa. Secchezza vaginale e una progressiva atrofizzazione della mucosa vaginale sono sintomi abbastanza comuni, per quanto tardivi rispetto alle vampate di calore: riguardano circa la metà delle donne nei primi tre anni, e raggiungono la maggior parte a dieci anni dalla fine del ciclo mestruale. A differenza di vampate e sudorazione, poi, secchezza e atrofia vaginale non sono disturbi che passano da soli con il tempo, e possono causare bruciore, prurito e fastidio durante i rapporti sessuali, oltre a rendere più facile l’insorgenza di episodi di cistite. Niente che non possa essere prevenuto prendendosi cura per tempo dei muscoli del perineo (riabilitandoli con esercizi post parto, ma anche “allenandoli” in tutte le fasi della vita e idratando cute e mucose con preparati locali), in modo da evitare o limitare problemi di incontinenza urinaria che potrebbero presentarsi dopo la menopausa. Quando secchezza e atrofia vaginale si presentano, è importante parlarne con il proprio ginecologo per avere un quadro più preciso della situazione ed eventualmente valutare i rimedi più adatti.
Il calo di estrogeni comporta anche un calo della densità ossea, per cui lo scheletro diventa più fragile e può presentarsi l’osteoporosi, cioè un maggior rischio di fratture anche per piccoli traumi (soprattutto al polso, alle vertebre e al femore), senza però sintomi particolarmente evidenti. Ecco perché in menopausa è particolarmente utile monitorare la salute delle ossa sottoponendosi periodicamente a MOC, un esame clinico simile a una lastra, che rileva i livelli di densità ossea.
Gli estrogeni stimolano anche la produzione di collagene, che rende elastici i tessuti. Quando vengono a mancare, ne risentono la pelle, che diventa più secca e soggetta a prurito, le unghie, che diventano più fragili, e i capelli, che risentono anche dello squilibrio tra estrogeni e testosterone. Anche la lacrimazione e la salivazione sono ridotte, con il classico disagio dell'occhio secco e della secchezza delle fauci.
A livello più generale, in menopausa il corpo cambia perché cambia il metabolismo, che si fa più lento e quindi si ingrassa più facilmente e in modo localizzato: se si prende qualche chilo, infatti, sicuramente andrà a localizzarsi sulla pancia e nella parte alta del corpo. Inoltre, con l’avanzare dell’età si verifica una fisiologica riduzione della massa muscolare, e i cambiamenti ormonali legati alla menopausa ne riducono le funzioni metaboliche. Per evitare che questo si traduca in un eccessivo aumento di peso, è importante mantenere uno stile di vita attivo e fare un po’ di attività fisica. Qualche esempio? Un’oretta di camminata al giorno, a passo spedito ma senza affanno, è un buon modo per attivare il metabolismo, e in più fa bene alla circolazione. Fare jogging, andare in bicicletta oppure nuotare sono ottime alternative, da scegliere in base alle proprie inclinazioni e abitudini, ma non dovrebbero mancare nemmeno esercizi anaerobici a corpo libero o con dei pesetti per sostenere il tono muscolare, sempre consultando il proprio medico di base o facendosi seguire da un coach esperto.
La menopausa, oltre ad essere un periodo di cambiamenti fisici però, è anche una fase della vita in cui si può dedicare più tempo a sé stesse e alla cura del proprio corpo, per imparare finalmente ad ascoltarlo e a riconoscerne i bisogni autentici. Fare questo è il primo passo per affrontare i cambiamenti e gestirli al meglio, con l’aiuto del tuo ginecologo quando serve. Se desideri altri consigli per affrontare con più serenità e consapevolezza il periodo della menopausa, leggi anche gli altri articoli nella sezione dedicata del nostro sito.