Come si svolge il primo incontro con il ginecologo, di cosa parlare e quali potrebbero essere i momenti imbarazzanti.
È venuto il momento della prima visita ginecologica e mille dubbi affollano la mente. Come si svolge? Cosa mi farà? Sentirò dolore? Cosa devo chiedere? Tra le mille direttive di amiche, mamme e nonne, è necessario fare un po’ di chiarezza per affrontare l’incontro con tranquillità.
La visita ginecologica si svolge in uno studio in cui probabilmente vi sarà una zona con scrivania e sedie dove fare la parte colloquiale della visita, uno spogliatoio ed una zona in cui sarà presente un lettino ginecologico, fornito di gambali (i supporti su cui appoggiare l’incavo delle ginocchia per assumere la posizione adatta per la visita), una lampada, un piano di lavoro con strumenti specifici ed in alcuni casi un ecografo.
La prima fase della visita consiste in una chiacchierata in cui il medico ricostruisce la storia medica familiare e personale della paziente attraverso una serie di domande, potrebbe essere utile prepararsi a domande sulla propria salute e della propria famiglia facendo qualche domanda ai propri genitori prima di recarsi alla visita: se ci sono allergie a farmaci particolari, quali sono le malattie ricorrenti in famiglia, e così via.
Dopodiché le domande si orientano sulle aspettative della paziente e sul motivo della visita, in modo che emerga se c’è qualche desiderio specifico o un semplice controllo.
Se la paziente ha già avuto i primi rapporti sessuali, si procede alla visita clinica, attraverso l’ispezione dei genitali esterni grazie a cui si possono evidenziare eventuali anomalie o alterazioni, la presenza di infiammazione o perdite e, spesso, tranquillizzare pazienti in ansia per presunte malformazioni.
Si procede con la palpazione di utero e ovaie grazie ad una manovra bimanuale in cui il ginecologo apprezza gli organi con un dito all’interno della vagina e appoggiando l’altra mano esternamente sulla parte inferiore dell’addome; è bene sapere che la vagina è un canale lungo circa 7 cm, perciò con il dito si apprezza facilmente in ogni sua parte.
Con questa manovra si possono valutare eventuali zone dolenti e alterazioni macroscopiche dell’anatomia degli organi pelvici. Questa manovra non genera alcun dolore se la paziente è tranquilla e con la muscolatura rilassata, al limite un po’ di fastidio per lo stimolo non abituale e per l’inevitabile imbarazzo del momento.
L’ultima manovra della visita consiste nell’inserire in vagina lo speculum, un piccolo divaricatore usa e getta che permette la visione del collo dell’utero che si trova infondo alla vagina (i soliti 7 cm) e agevola il Pap test che consiste nel prelievo di secreto e cellule tramite un piccolo spazzolino tondo ed una spatolina di legno. Questi vengono poi depositati su di un vetrino ed inviati al dipartimento di anatomia patologica dove vengono analizzati.
Il Pap test è un esame fondamentale per la diagnosi precoce e quindi la prevenzione di tutte le patologie legate alla presenza del papilloma virus, in particolare il carcinoma della cervice uterina.
La visita ginecologica può essere completata con un’ecografia pelvica trans vaginale non bisogna lasciarsi spaventare dal nome apparentemente complicato, è semplicemente un esame molto utile per avere una visione più completa e precisa degli organi genitali anche nella loro struttura interna e funzionalità.
Al termine della visita clinica, il ginecologo attenderà che la paziente si rivesta per comunicarle le conclusioni dell’osservazione e per parlare di eventuali terapie o soddisfare aspettative e richieste specifiche, come la contraccezione.
È importante affrontare la prima visita ginecologica con tranquillità, aspettandosi di provare un po’ di imbarazzo, ma nulla di più, anzi, magari mettendoci quel pizzico di curiosità che può trasformare il ginecologo in una fonte di informazioni e risposte. Non sei ancora del tutto convinta? Leggi anche l’articolo per scoprire tutti i buoni motivi per far visita al ginecologo!