Dal monte di Venere al clitoride, ecco un viaggio alla scoperta dell’anatomia della vulva, centro del piacere femminile.
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Vagina e vulva: oggi è ormai consuetudine usare questi due termini anatomici come sinonimi, e invece non sono la stessa cosa. Nel linguaggio comune la parola vagina identifica l’apparato genitale della donna, ma volendo essere precisi dovremmo chiamare organi interni ed esterni con il loro nome corretto. Ecco cosa c’è da sapere.
Cos’è la vulva e cos’è la vagina?
La vagina è la parte interna dell’apparato genitale femminile, mentre la vulva è quella esterna, visibile ed esposta. Per intenderci in modo pratico e veloce: quando ci adoperiamo nell’igiene intima stiamo lavando la vulva, mentre quando abbiamo un rapporto sessuale è la vagina che viene penetrata. Sempre per essere molto chiari, possiamo definire la vulva come la porta della vagina, dove a separare una dall’altra c’è l’imene.
Pubertà: domande e risposte
LeggiLa vagina è un canale di circa 8 centimetri che va dalla cervice uterina situata in profondità fino alla vulva. La vulva è nota anche con il nome latino di pudendo muliebre. Oggi fa quasi sorridere pensare che il significato sia “qualcosa di cui le donne devono vergognarsi”. La vulva a cosa serve? Protegge la parte interna dell’apparato genitale femminile e ha un’enorme importanza nell’attività sessuale. Vediamola meglio in ogni suo dettaglio.
Anatomia della vulva
Quando parliamo di vulva indichiamo l’apparato che comprende il monte di Venere, il clitoride, le piccole labbra, le grandi labbra e l’apertura uretrale (dalla quale fai pipì).
Il monte di Venere si trova in corrispondenza del pube femminile e ne è un sinonimo. È il triangolo sporgente che si trova tra le pieghe inguinali e che si copre di peluria nell’età adulta. È la regione della vulva oggetto della vanità femminile a partire dalla pubertà (https://lines.it/sessualita/da-mamma-a-figlia/puberta-domande-e-risposte) in poi. Infatti, tutte noi, o quasi, lo depiliamo e curiamo esteticamente perché è un elemento di seduzione intima. Ci sono addirittura alcune discutibili mode che propongono tatuaggi localizzati sul monte di Venere, inserimento di cristalli o interventi estetici di lifting per ridare tonicità alla regione pubica rilassata in età avanzata. Ci sentiamo di consigliare di lasciare il monte di Venere allo stato “naturale”, ricorrendo esclusivamente a una ceretta quando necessario.
Vulva: le piccole labbra
Iniziamo col raccontarti una curiosità che forse ti sorprenderà: in alcuni casi le piccole labbra sono più grandi delle grandi labbra. Strano a dirsi, vero? La verità è che hanno in rari casi una conformazione sporgente e talvolta anche asimmetrica. Ma andiamo per ordine. Le piccole labbra sono quella parte della vulva chiamata anche ninfe o labbra minori. Si tratta di due pieghe di cute con il margine frastagliato e irregolare, che non sono coperte da peli. Sono localizzate nella vulva all’interno delle grandi labbra, come fossero dei petali giovani dentro un fiore. A separare le piccole labbra dalle grandi labbra c’è un solco, detto ninfo-labiale. Sono un involucro a protezione dell’uretra e del clitoride che circondano e nascondono. Quanto sono grandi in media? La lunghezza è di 3 centimetri, la larghezza di 1 centimetro e lo spessore di mezzo centimetro. In alcuni casi sono così piccole invece da non essere quasi visibili, nemmeno mettendosi vicine a uno specchietto. Sono un tessuto particolarmente elastico, e questo rende possibile la loro dilatazione durante i rapporti sessuali. Ti sei osservata, hai individuato le tue piccole labbra?
Vulva: le grandi labbra
Le grandi labbra sono le due ampie pieghe cutanee esterne nella vulva, quelle coperte di peli che vanno dal perineo (a pochi centimetri dall’ano) fino al pube. Ogni donna ha grandi labbra fatte a suo modo per dimensioni e forma. Vengono chiamate anche valve o labbra maggiori. Ciascuna delle grandi labbra misura circa 7 centimetri di lunghezza. Il colore della pelle delle grandi labbra è in moltissime donne più pigmentato (quindi scuro) del resto del corpo: niente di insolito, sappilo. Qual è la loro funzione, oltre che proteggere come un guanto la parte più interna della vulva? Le grandi labbra sono la parte della vulva che produce una secrezione sebacea capace di richiamare sessualmente il partner.
Vulva: il clitoride
Iniziamo da una domanda che forse ti sei già fatta: si dice il clitoride o la clitoride? L’Accademia della Crusca ha analizzato il suo impiego nella storia (in passato al femminile, oggi più usato al maschile nella letteratura medica) e non si esprime in modo drastico sul genere di questa parola. Scegli quindi pure di chiamarlo/a come preferisci senza temere di essere in errore.
Siamo arrivate nel nostro viaggio anatomico nella vulva al centro del piacere. Da sempre ci si interroga sul perché esista il clitoride, non essendo utile alla procreazione, un po’ come sembrano inutili i capezzoli maschili. La verità è che siamo fortunate ad avere un clitoride. Ma vediamo bene com’è fatto e a cosa serve.
Il clitoride è l’organo erettile femminile, comparabile al pene maschile. Questa definizione smonta un’imprecisione ricorrente: “la vagina è l’equivalente al femminile del pene”. Non è così, il clitoride ha infatti la stessa origine embrionaria del pene, è fatto quindi dello stesso tessuto e funziona quindi nello stesso modo, solo “in miniatura”. Il clitoride è composto da due radici interne non visibili e il corpo che termina in un rigonfiamento detto glande clitorideo. Quando non siamo eccitate il clitoride è coperto dal prepuzio clitorideo, o cappuccio della clitoride.
La vulva e l’orgasmo
Si sente parlare spesso di orgasmo clitorideo e di orgasmo vaginale. I fattori implicati nel raggiungimento dell’orgasmo femminile sono svariati e complessi; non sono solo anatomici ma soprattutto psicologici. Ci sono donne che raggiungono l’orgasmo anche con la sola stimolazione mammaria, altre con la sola penetrazione profonda, quando viene in qualche modo toccato il collo uterino. Secondo gli scienziati l’anatomia della vulva (e la sua conoscenza intima, che porta anche a scegliere le posizioni e i comportamenti più idonei al piacere) è senz’altro il fattore più rilevante nel raggiungimento dell’orgasmo.
Conformazione e posizione del clitoride, che cambia di donna in donna, sarebbero l’elemento che rende facilissimo in alcune, e più arduo in altre, arrivare all’apice della soddisfazione sessuale.
Se il clitoride è molto distante dall’apparato urinario (indicativamente oltre i 3 centimetri) sarà difficile raggiungere l’orgasmo attraverso il sesso penetrativo. Per questo motivo la stimolazione del clitoride, nella maggior parte delle donne, dovrebbe essere parte integrante di qualsiasi rapporto sessuale, prima, durante e dopo la penetrazione (o anche in assenza di penetrazione).
Vulva e igiene intima
Esposta all’esterno, la vulva è una parte delicata del nostro corpo e per questo ha bisogno di particolari cure e attenzioni. La vagina, parte interna dell’apparato sessuale femminile come abbiamo spiegato sopra, non ha bisogno di essere lavata con ovuli e lavande che potrebbero anche danneggiarla. Certamente, essendo una cavità interna, può essere detersa con semplice acqua o soluzione fisiologica, esattamente come quando ci laviamo le orecchie o le cavità nasali.
Al contrario, una puntuale e buona igiene della vulva può da sola prevenire perdite, irritazioni, pruriti, infiammazioni e infezioni: vale quindi la pena dedicarsi a questo.
Come si lava la vulva? Intanto c’è una direzione corretta: dalla parte anteriore-superiore fino all’ano, e non viceversa. Lo sanno bene le mamme dei bebé che detergono in questo modo in piccoli a ogni cambio del pannolino. Questa attenzione è utile per non portare fisicamente infezioni intestinali fino ai genitali.
Cosa usare per detergersi? Il pH naturale di questa zona sensibile del nostro corpo dovrebbe essere mantenuto, per questo non è consigliato l’impiego di saponi comuni, che hanno un pH molto alto. Nello stesso tempo andrebbero evitati, se non in fasi particolari, anche i detergenti troppo acidi e aggressivi. I detergenti intimi sul mercato sono studiati per ovviare a questo problema con una formula che non va ad alterare la flora vaginale e soprattutto andrebbero utilizzati detergenti diversi a seconda della fase del ciclo e dell’età della donna.