10 cose che non sai della clamidia

Tra le malattie veneree è una delle meno conosciute, ma non certo la meno diffusa!

Provetta analisi del sangue

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L'infezione da Chlamydia Trachomatis (comunemente detta clamidia) è considerata una malattia a trasmissione sessuale con un'ampia diffusione soprattutto tra le adolescenti e le giovani donne. È sempre più in crescita, seppure, rispetto ad altre malattie sessualmente trasmissibili, sia forse quella meno conosciuta e considerata. Molte donne, ad oggi, non sanno neanche che esista o di cosa si tratti e, spesso, nei programmi scolastici di educazione alla salute e alla sessualità non viene nemmeno menzionata, lasciando più spazio ad altre malattie veneree.

Parlare della clamidia, invece, è importante, poichè, pur non essendo un'infezione mortale, può lasciare delle conseguenze negative nella donna colpita. Vediamo di inquadrare meglio questa "sconosciuta" e di elencare dieci cose che si dovrebbero sapere sull’argomento.

La clamidia è un batterio intracellulare che ha una particolare predilezione per le vie genitali sia maschili che femminili e che può causare infertilità in entrambi i sessi.

Nella maggior parte dei casi l'infezione da clamidia interessa le donne, anche se non si esclude una correlazione tra la presenza di clamidia nel maschio e la sterilità. Nell'uomo la localizzazione del germe è a livello dei testicoli (più precisamente, a livello dell'epididimo) e può causare dolore ai testicoli e febbre. Nella donna, invece, una volta contratta la clamidia è in grado di risalire dal collo dell'utero all'interno delle vie genitali, dove può portare alla formazione di ascessi e aderenze, che ostruiscono le tube, se non tempestivamente riconosciuta e adeguatamente trattata, la clamidia può arrivare a causare sterilità.

La popolazione più colpita dalla clamidia è quella delle adolescenti e delle giovani donne, rispetto ad un'età più "avanzata".

La precocità dei rapporti sessuali è senz'altro un fattore favorente a contrarre l'infezione. Le adolescenti sono più colpite per l'immaturità anatomica dell'apparato genitale che viene più facilmente aggredito dai germi, ma anche per il numero maggiore di rapporti con partner multipli che aumenta il rischio di contrarre infezioni.

Le manifestazioni dell'infezione sono spesso inesistenti e il decorso è spesso del tutto silente.

La clamidia non dà particolari segnali della sua presenza e l'infezione decorre spesso in modo del tutto asintomatico; in rari casi sono presenti perdite vaginali non caratteristiche e fastidio vaginale aspecifico.

In alcuni casi, invece, la manifestazione è talmente eclatante da portare la donna in pronto soccorso per somministrare la terapia a livello ospedaliero.

Potendo risalire all'interno delle vie genitali femminili, la clamidia può causare la cosiddetta malattia infiammatoria pelvica (PID), che rappresenta un'emergenza medica caratterizzata da febbre e forte dolore pelvico e che può portare alla peritonite: prevede pertanto il ricovero ospedaliero per le cure del caso.

La diagnosi si fa con un semplice tampone vaginale.

Per una diagnosi di avvenuta infezione da clamidia, basta fare un tampone vaginale e ricercare il germe con il cotton fioc dentro il collo dell'utero, dove si annida. Si tratta di un esame veloce, non invasivo per la donna  ed eseguito direttamente dal ginecologo.

La cura esiste ed è un antibiotico, mentre non esiste un vaccino.

Essendo un'infezione batterica, la clamidia si cura con un semplice antibiotico da assumere per bocca per circa 10 giorni. Bisogna sempre trattare anche il partner.

L'infezione si trasmette sessualmente e si può prevenire usando il preservativo.

È possibile prevenire l'infezione da clamidia attraverso l’uso del preservativo, soprattutto se i rapporti sono occasionali e con partner multipli.

L'infezione si può trasmettere anche dalla madre al neonato durante il parto, causando danni respiratori o oculari.

La trasmissione non è solo sessuale, ma può avvenire anche tra la madre e il feto al momento del parto. L'infezione da clamidia può causare congiuntivite o polmonite al neonato che la contrae.

Chi contrae la clamidia è più a rischio di contrarre anche l'HIV.

Chi ha contratto la clamidia è cinque volte più a rischio di contrarre l'HIV ed è in genere più a rischio di contrarre anche le altre malattie sessualmente trasmissibili.

Un sintomo "atipico"che può dare la clamidia sono perdite di sangue tra un ciclo e l'altro.

Annidandosi più di frequente a livello del collo uterino, la clamidia può far sanguinare più facilmente le mucose. Va quindi sospettata nelle donne che sanguinano facilmente durante l'esecuzione di un pap test o che presentano spontaneamente piccole perdite di sangue tra un ciclo e l'altro.

Per concludere, l'infezione da clamidia è poco conosciuta e difficilmente diagnosticabile, avendo per lo più un decorso asintomatico e silente, ma può rappresentare un problema serio, perché porta alla sterilità. È molto più diffusa di quello che si possa pensare, soprattutto tra le giovani donne che iniziano precocemente l'attività sessuale. È curabile, ma soprattutto prevenbibile con l'utilizzo del preservativo.

Nel sospetto di aver contratto l'infezione è bene eseguire un semplice tampone vaginale per poterla diagnosticare e curare tempestivamente: questo è il modo più semplice per non rischiare di compromettere la propria fertilità in futuro.

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