Leggi alcuni cenni storici per capire la differenza tra HIV e AIDS e saperne di più su questa malttia sessualmente trasmissibile.
Quante volte sentiamo parlare di HIV, AIDS, sieropositività? Quante volte abbiamo sentito parlare di persone affette da questa malattia che tanto spaventa, ma è difficile comprendere a fondo?
Proviamo a fare chiarezza sull'argomento, risalendo alle origini del problema.
AIDS significa letteralmente "sindrome da immunodeficienza acquisita" (Acquired Immune Deficiency Syndrome, in inglese) ed è la malattia provocata dal virus dell’HIV.
Le prime segnalazioni di questa malattia avvennero nella primavera del 1981, quando ad Atlanta negli USA si registrò un'insolita epidemia di polmonite in giovani omosessuali altrimenti sani.
Solo in seguito si scoprì che quell'epidemia di polmonite era stata provocata da un germe, chiamato Pneumocystis Carinii (e solo dai nomi il giallo si complica) che normalmente non colpiva la popolazione sana: questo era solo l'inizio del mistero.
L'infezione da Pneumocystis poteva essere solo la conseguenza di uno stato di "immunodeficienza acquisito", ovvero quel germe poteva attecchire solo in un individuo con un sistema immunitario compromesso. Nel 1983, quindi, fu isolato per la prima volta il responsabile del contagio a cui fu dato il nome di HIV: fu come risolvere un giallo!
Inizialmente la malattia sembrava riscontrarsi solo in omosessuali e tossicodipendenti, poi fu la volta degli emofilici e dei trasfusi, ma era appena partita la cascata a domino che ben presto avrebbe diffuso allarme e paura in tutti i Paesi del mondo.
Il numero dei casi andava infatti aumentando ed era ormai certo che il contagio potesse avvenire anche da rapporti eterosessuali e che il virus potesse trasmettersi da madre a figlio.
Il continente più fortemente colpito rimane ad oggi l'Africa, vista l'importante carenza di notificazione e di mezzi per limitare il contagio.
Il preservativo inizialmente fu sottoposto a giudizio ed incriminato, poiché sembrava che il virus potesse trasmettersi anche attraverso il lattice, ma alla fine fu riconosciuto come un efficace mezzo di prevenzione.
Dal preservativo non passano nè il virus , nè sue particelle, per cui un rapporto protetto non può essere causa di infezione.
Anche i baci furono riconosciuti come non pericolosi per il contagio dell’HIV, poiché la trasmissione non può avvenire attraverso la saliva.
Nonostante sia ormai certo che non si possa prendere l'AIDS con una stretta di mano, o bevendo dallo stesso bicchiere, il portatore di HIV , chiamato "sieropositivo" viene ancora temuto e quindi isolato.
L'HIV è un virus capace di trasmettersi attraverso il sangue e le mucose, entrare nelle cellule e modificarne il DNA. In altre parole, una volta che ha colpito il bersaglio, l'HIV non si deve preoccupare più di nulla: viene "ricopiato" e trasmesso ogni volta che la cellula si replica.
La sua particolarità è che mutando rapidamente ed avendo una predilezione per le cellule del sistema immunitario, porta ad uno stato di profonda immunodepressione. Non avendo più difese il malato di AIDS può morire per una qualsiasi banale infezione.
Dalla "sieroconversione", ovvero risultare HIV positivi dall'esame del sangue dopo un contagio , alla diagnosi di AIDS conclamata, che prevede criteri ben precisi, possono passare tanti anni.
Quali sono le malattie sessualmente trasmissibili?
LeggiCon i farmaci oggi a disposizione, è possibile far sì che, dal momento della scoperta della sieropositività al momento in cui sopraggiunge la malattia, passino diversi anni. Per questo è molto importante iniziare tempestivamente le cure e occuparsi, dopo un potenziale contagio, di ricercare il prima possibile la presenza dell'HIV nel sangue. Questo è l'unico modo di scoprire se si sia portatori del virus in quanto, inizialmente, non vi è alcun sintomo.
Come sappiamo, la prevenzione è la migliore delle cure. Nel caso dell'AIDS è anche molto facile da attuare: si basa principalmente sull'evitare rapporti sessuali occasionali, utilizzare il preservativo ed evitare il contatto con sangue infetto (scambio di siringhe, toccare ferite di altre persone senza guanti, effettuare accurati controlli sul sangue prima di una trasfusione, ecc..).
Dalla fine degli anni '80, grazie ai precisi controlli sul sangue, almeno il contagio da trasfusione è stato del tutto eliminato.
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