Sifilide, bisogna ancora preoccuparsene?

È una malattia a trasmissione sessuale più diffusa di quanto si crede: ecco cosa bisogna sapere.

Donna preoccupata

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Parlando di sifilide, il pensiero ancora oggi va indietro nel tempo, quando chi veniva colpito da questa infezione, oltre ad andare incontro alla morte essendo in era preantibiotica, veniva anche etichettato come un poco di buono.

Se ancora oggi il pensiero della sifilide ci rimanda erroneamente a epoche passate, in realtà, se è vero che i dinosauri sono davvero estinti, questa infezione non solo non lo è per niente, ma è più diffusa del previsto ed in continuo aumento. Ci basti pensare che tutte le donne in gravidanza, ancora oggi, vengono sottoposte al test della sifilide, dispensato dal sistema sanitario nazionale.

L'unica cosa che è cambiata rispetto al passato è che, poichè ora viviamo in piena era antibiotica, l'infezione risulta curabile, purchè diagnosticata per tempo. E questo è il reale problema, perchè dal punto di vista soggettivo, la sifilide non dà alcun disturbo e costituisce spesso una sorpresa sia per la donna che per il ginecologo.

Sifilide, sintomi da non trascurare.

La sifilide è una malattia sessualmente trasmessa, innescata dal Treponema Pallidum che provoca, dopo 2-4 settimane dal contagio, una lesione unica, in genere a livello genitale, o più raramente in altre sedi (ad esempio l’ano, la bocca o la gola), dove sia avvenuto l'inoculo del germe.

Questa lesione, che si chiama "sifiloma primario", si presenta come un nodulo duro, non dolente, che ben presto si ulcera, ma data l'assenza di altri sintomi, potrebbe passare del tutto inosservata, poichè, anche se non curato, tende a regredire nel giro di 2 mesi. Contemporaneamente al sifiloma, si manifesta anche un ingrossamento del linfonodo inguinale omolaterale, visibile all’interno della coscia.

Anche se il sifiloma sparisce, non significa che si è guariti dalla malattia, perchè, nel giro di alcuni mesi, si manifesta la sifilide secondaria, caratterizzata da macchie cutanee rosate diffuse, dolori mucolari, dolori articolari e febbre.

Se ancora non diagnosticata e non curata, un'ulteriore degenerazione, detta forma terziaria, porta a disturbi neuro-psichiatrici fino alla morte. Il decorso di questa infezione è quindi alquanto serio, in particolare se trascurata e non diagnosticata per tempo.

Sifilide, gli esami da fare.

Quindi, proprio perchè non sempre di facile diagnosi, visto che non tutti si rendono conto di avere il sifiloma primario, soprattutto quando insorge in zone atipiche, chiunque voglia escludere di averla contratta, può sottoporsi al dosaggio di anticorpi specifici su sangue (VDRL, TPHA), che permette di fare diagnosi con certezza.

Come per tutte le malattie sessualmente trasmissibili, la miglior cura rimane sempre la prevenzione, cercando di avere rapporti protetti con il preservativo, in particolare in caso di partner occasionali e multipli.

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