Cisti ovariche, sono davvero un problema?

La presenza di cisti nelle ovaie è naturale e fisiologica, solo in alcuni casi può creare fastidi: ecco quando e perché può succedere.

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Le cisti ovariche riguardano moltissime donne, ma non sempre devono allarmare. Tra tutti gli organi del corpo umano, l'ovaio è sicuramente l'unico in grado di cambiare continuamente aspetto, non solo a seconda delle fasi di vita della donna, ma nell'arco dello stesso ciclo mensile. Da questo si capisce come sia facile e frequente riscontrare formazioni al suo interno (la cisti ovarica è una di queste possibilità), che vanno e vengono a seconda del momento del ciclo in cui si guarda un ovaio attraverso un esame ecografico. Ma come si individuano le cisti alle ovaie?

L'ecografia transvaginale, quella con sonda, è sicuramente l'esame più pratico, veloce e non invasivo per individuare eventuali cisti ovariche. Le ovaie si trovano normalmente a ridosso della parete pelvica laterale, ma non sempre sono simmetriche, poichè l'ovaio è un organo mobile e lo si può ritrovare talvolta dietro l'utero.

Di forma pressoché ovoidale, il volume dell’ovaio aumenta nelle prime due decadi di vita (dai 20 ai 40 mm di lunghezza, tra i 15 e i 30 di larghezza e tra i 10 e i 20 mm di spessore) e tende a ridursi con la menopausa, per il diminuire dell'attività ovulatoria. Anche la morfologia varia. Fino a 5 anni le ovaie si presentano omogenee senza alcuna formazione all'interno. Successivamente, la visualizzazione dei follicoli ovarici diviene sempre più frequente, fino alla pubertà, momento in cui è facile trovare un ovaio pieno di follicoli.

L'aspetto multifollicolare caratterizza la pubertà fino ai 20 anni circa e non deve essere confuso con l'ovaio micropolicistico. Questo quadro segna l'inizio dell'attività funzionale ovarica, caratterizzato dalla presenza, all'interno dell'organo, di follicoli fermi in stati maturativi diversi. In età fertile le dimensioni dell'ovaio variano a secoda della fase del ciclo e possono raddoppiare nel periodo periovulatorio, quando uno dei follicoli, detto dominante, cresce progressivamente fino a raggiungere al momento dell'ovulazione il diametro di 2 cm circa.

Dopo l'ovulazione il follicolo rimasto vuoto assume una forma schiacciata, detta corpo luteo, che in alcuni casi si può riempire di liquido o di sangue raggiungendo anche dimensioni notevoli, originando cisti ovariche che possono provocare anche dolore.

Anche i follicoli possono dare origine a vere e proprie cisti alle ovaie, dette "follicolari", che raggiungono anche i 7 cm e oltre di diametro.

Tutte queste formazioni sono benigne e tendono a scomparire in genere dopo il flusso mestruale nell'arco di un paio di mesi. Basta quindi ripetere un'ecografia a 3 mesi, subito dopo la fine delle mestruazioni, per confermarne la scomparsa.

All'inizio della menopausa le ovaie si riducono di dimensioni e spariscono i follicoli per cui l'aspetto diventa uniforme, proprio come quello di una mandorla. Anche in menopausa sono di frequente riscontro cisti ovariche asintomatiche prive di significato, dovute a vecchi follicoli non del tutto riassorbiti.

Tutte queste cisti ovariche descritte, definite semplici, sono quindi formazioni a contenuto liquido il cui diametro dev'essere maggiore di 3 cm  (altrimenti si tratterebbe di un follicolo) e possono raggiungere anche i 10 cm e oltre.

Sono di frequente riscontro sia in età fertile che in menopausa, fino a 1 donna su 3, spesso non danno alcun sintomo e sono del tutto prive, come abbiamo visto, di significato patologico.

Il rischio di malignità è infatti nullo se inferiori ai 5 cm.

La probabilità di scomparsa di queste cisti ovariche è elevata e stimabile dal 30% al 50% dei casi, più alta in età fertile che in menopausa, dove spesso rimangono costanti nel tempo.

Solo in una minoranza di casi, stimabile intorno al  3-5%, possono crescere nel tempo.

La scomparsa spontanea è in genere inversamente proporzionale al diametro: maggiore è il diametro più si riduce questa percentuale.

È importante sottolineare come l'uso della pillola, ancora oggi abbondantemente prescritta per ridurre le cisti, non abbia alcuna utilità: è stato dimostrato infatti che la pecentuale di cisti ovariche che scompare è uguale nel gruppo di donne trattate rispetto a quelle che non hanno fatto terapia.

La stessa cosa vale per l'aspirazione del liquido dalla cisti, pratica oggi ormai del tutto abbandonata.

In considerazione dell'alta prevalenza di queste formazioni nella popolazione femminile, della consistente probabilità di scomparsa spontanea, del basso-nullo rischio di evoluzione nel tempo, in genere si raccomanda una gestione conservativa, ovvero un monitoraggio ecografico nel tempo.

La rimozione chirurgica è da riservare solo a quelle cisti persistenti, del diametro sopra i 5 cm, che danno sintomi o se causano ansia alla donna.

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