Tutto quello che c’è da sapere su questo esame, importante per tenere sotto controllo il tuo stato di salute.
L’ecografia ginecologica (o ecografia pelvica) è un esame ambulatoriale che può essere effettuato durante la visita ginecologica, non solo quando si è in gravidanza ma anche come controllo di routine per monitorare lo stato di salute dell’apparato genitale femminile. Se non ti è ancora capitato di farla, oppure ti è stato consigliato di farla ora, ti spieghiamo tutto quello che c’è da sapere su questo esame.
Come ogni altro tipo di ecografia, anche quella pelvica sfrutta la tecnologia a ultrasuoni: l’ecografo emette delle onde sonore ad alta frequenza che si propagano attraverso i tessuti organici; la propagazione varia in base alla diversa densità degli organi che incontrano. Le onde vengono riflesse dai tessuti e captate dalla sonda da cui sono state emesse, per poi essere elaborate da un calcolatore informatico che ricostruisce le immagini in tempo reale. Questo permette di visualizzare zone dell’organismo che con altre analisi non possono essere esaminate.
A differenza delle radiazioni ionizzanti usate nelle radiografie, queste onde a ultrasuoni sono assolutamente innocue per la paziente che viene sottoposta a ecografia ginecologica, per cui l’esame non comporta alcun tipo di rischio né immediato né sul lungo termine.
Ci sono due modalità diverse per effettuare un’ecografia pelvica, a seconda del posizionamento della sonda: l’ecografia transaddominale, quando la sonda viene appoggiata sull’addome della donna, e l’ecografia transvaginale, per cui la sonda viene invece introdotta nel canale vaginale.
10 esami che ogni donna dovrebbe fare
LeggiLa più usata è l’ecografia transvaginale perché la sonda, trovandosi più vicina alle parti da analizzare, trova meno “ostacoli” e quindi permette di ottenere immagini più accurate senza però risultare eccessivamente invasiva o fastidiosa. Con questo esame si possono analizzare nel dettaglio il collo dell’utero, le ovaie, la vescica e tutta la zona pelvica, visualizzando dettagli di dimensioni millimetriche che non sarebbero visibili per via transaddominale.
Viene consigliata generalmente per indagare le cause di dolori pelvici, per verificare la presenza di infezioni e per la valutazione delle cisti ovariche, oltre che in caso di flussi abbondanti o sanguinamenti anomali che possano far supporre la presenza di polipi o fibromi. Risulta utile anche in caso di amenorrea (mancanza di ciclo mestruale), irregolarità del ciclo e infertilità.
Non serve una preparazione particolare per sottoporsi a un’ecografia transvaginale, che può essere effettuata anche durante una visita ginecologica di routine e non richiede che la vescica sia piena. Dopo aver tolto pantaloni e slip, ci si sdraia sul lettino appoggiando l’incavo delle ginocchia alle staffe per stare in posizione ginecologica rilassando i muscoli. La sonda, di piccole dimensioni e di forma allungata, viene rivestita da una guaina in lattice usa-e-getta e da un gel sterile che ne facilita l’introduzione e il movimento. Il tutto dura circa 15 minuti e generalmente il referto viene rilasciato e commentato subito.
L’ecografia transaddominale può essere usata in associazione a quella transvaginale per completare il quadro d’insieme. Per pazienti che non hanno ancora avuto rapporti completi, sta al ginecologo valutare durante la visita se l’imene sia sufficientemente elastico da consentire l’ecografia transvaginale o se sia il caso di usare l’ecografia transaddominale come unico esame.
Si consiglia di sottoporsi a questo tipo di ecografia in caso di dolori, di irregolarità del flusso mestruale e in linea di massima una volta all’anno per monitorare il benessere dell’apparato ginecologico; diventa indispensabile in caso di donne sovrappeso, in cui la semplice visita non permette una valutazione completa dell’apparato, e in post menopausa, quando l’involuzione fisiologica di tutti gli organi ormone dipendenti rende incompleto il solo esame manuale.
Per poter eseguire un’ecografia transaddominale c’è bisogno che la vescica sia ben piena, quindi si consiglia di bere circa un litro d’acqua prima dell’appuntamento. Poi, il ginecologo applica un gel specifico sull’addome della paziente sdraiata sul lettino e fa scorrere la sonda sulla pelle. Anche in questo caso l’esame richiede una decina di minuti e il referto è subito pronto.
Quando fare l’ecografia transvaginale o transaddominale? In entrambi i casi, bisogna considerare le variazioni che si verificano negli organi interessati nel corso del ciclo mestruale: sta quindi al ginecologo programmare la data dell’esame in base al tipo di informazioni che desidera ottenere, ed eventualmente ripeterlo in una diversa fase del ciclo. Questo naturalmente non vale per le donne in menopausa né per quelle che assumono contraccettivi ormonali e hanno quindi livelli ormonali più stabili.
In gravidanza, invece, effettuare l’ecografia transvaginale è possibile durante il primo trimestre: già dopo una sola settimana dalla mancata mestruazione è possibile veder apparire nella cavità uterina il sacco gestazionale, che rappresenta la prima espressione della gravidanza in atto; al momento misura circa un centimetro e dal suo diametro è possibile risalire all’epoca gestazionale. Dalla fine della sesta settimana è possibile sentire il battito cardiaco del feto, con una settimana di anticipo rispetto all’esame transaddominale. Anche i primi dettagli della morfologia fetale sono visualizzabili più precocemente, cioè già intorno alla ottava o nona settimana. Durante il secondo e il terzo trimestre, invece, viene usata solo se si sospettano modificazioni del collo dell’utero, da tenere sotto controllo per osservare l’evoluzione della gravidanza. Per il monitoraggio ordinario, viene sostituita dall’ecografia transaddominale.
Non dimenticare che ci sono anche altri esami utili da fare per tenere sotto controllo il tuo stato di salute: ne parliamo nel nostro articolo 10 esami che ogni donna dovrebbe fare. Se hai altri dubbi o perplessità non esitare a chiedere al tuo ginecologo o al tuo medico di base!