Contraccettivi ormonali: quali sono gli effetti?

Cosa cambia nel corpo quando si assumono i contraccettivi? La pillola fa ingrassare? Trovi tutte le risposte nell’articolo.

Contraccettivi ormonali

Quando si parla di contraccettivi, non esiste donna nell’universo che non abbia chiesto alla sua ginecologa “ma la pillola fa ingrassare?”.

La risposta è no, la pillola non fa ingrassare, in assoluto; la maggior parte delle donne non registra alcun aumento di peso né subito né dopo anni di assunzione. In alcuni casi però può causare in alcune donne un certo grado di ritenzione idrica che risulta massima nei primi mesi e dovrebbe comunque restare entro i 2 o 3 kg di peso corporeo.

Questo fastidioso effetto collaterale è facilmente evitabile con una strategia preventiva che consiste nel diminuire il consumo di sale negli alimenti, nel prestare attenzione ad una buona idratazione quotidiana, e aumentare leggermente l’esercizio fisico, 1 ora alla settimana sarà più che sufficiente a contrastare la ritenzione dovuta all’uso di contraccettivi ormonali.

Ovviamente questo è un discorso generale, ma esistono molte varietà di contraccettivi e ancor più varietà di donne, perciò bisognerà avere un po’ di pazienza e cercare di individuare il metodo contraccettivo più adatto e con meno impatto per ogni donna.

Un altro grande capitolo si apre quando si parla di ciclo mestruale.

Molte donne sono spaventate dal fatto di avere flussi scarsi o addirittura assenti durante l’assunzione della pillola e, in effetti, questo si verifica soprattutto con le pillole di nuova generazione, che prevedono una somministrazione ormonale costante, senza pausa di sospensione.

Qui è necessario fare chiarezza sul meccanismo dei contraccettivi ormonali, sia che essi vengano assunti per via orale, come nel caso della pillola, sia per via transdermica e transmucosa, come nel caso del cerotto e dell’anello vaginale.

I metodi contraccettivi ormonali hanno come obiettivo primario quello di “spegnere” le ovaie, facendo sì che non si verifichi ovulazione, evitando quindi la liberazione dell’ovulo e la conseguente fecondazione.

Nel corpo femminile, quando l’ovaio libera l’ovulo, l’utero prepara al suo interno un cuscinetto di tessuto pronto ad accogliere l’eventuale gravidanza, alla fine del ciclo ovarico, se la fecondazione non avviene, l’utero elimina il cuscino endometriale grazie ad un flusso di sangue, le mestruazioni appunto.

A tutto questo corrisponde un continuo fluttuare di ormoni che crescono e decrescono per garantire la fertilità dell’apparato riproduttivo.

Da ciò è semplice dedurre che le mestruazioni devono il loro significato positivo al fatto che sono la diretta conseguenza dell’ovulazione, quindi la loro comparsa è il segno di un buon funzionamento delle ovaie e di mancata fecondazione.

Tuttavia quando si assume un contraccettivo ormonale, gli ormoni vengono somministrati dall’esterno, l’ovaio non libera l’ovulo e l’utero non ha motivo di generare alcun cuscino, perciò la mestruazione da pillola è “finta” e viene provocata interrompendo di colpo l’assunzione di ormoni per 7 o 4 giorni, questo genera un sanguinamento che non ha nulla a che fare con la vera mestruazione, e infatti avviene in 23-24 giornata, con un ritmo artificiale.

Durante la sospensione alcune donne soffrono di effetti collaterali da interruzione, come cefalee e ricomparsa di sintomi premestruali.

A fronte di ciò sono state formulate pillole con un andamento ormonale continuo che non implica una perdita mestruale, o che comunque genera un flusso scarso, che non reca alcun danno all’organismo, anzi lo mantiene in equilibrio.

Oltre a questi effetti la contraccezione ormonale ha una serie di caratteristiche specifiche legate al tipo di progesterone che viene utilizzato, che può avere effetto di controllo sulla dismenorrea, sull’acne, sulla presenza di peluria e sulla formazione di microcisti.

Insomma ad ognuna il suo metodo contraccettivo, da scegliere senza falsi timori e con l’aiuto e la supervisione di un ginecologo attento. Se vuoi saperne di più sui contraccettivi.

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