Pillola anticoncezionale, c’è un’età massima?

Smettere di prendere la pillola a 40 anni o a 50, ma anche molto prima? Ci sono motivi diversi

smettere la pillola

In questo articolo:

La pillola è un anticoncezionale che può accompagnarti dall’adolescenza fino all’età matura. Tutto il periodo fertile della vita può essere contraddistinto dall’assunzione di questo farmaco, magari con alcune pause dovute ai motivi più disparati: la ricerca di una gravidanza, motivi personali o di salute. Ma esiste un’età massima, nella quale è indicato smettere di prendere la pillola anticoncezionale?

Smettere di prendere la pillola: la fine del ciclo

La menopausa segna la fine dell’età fertile di una donna e arriva intorno ai 50 anni, a meno che non si parli di menopausa precoce in età più giovane. Una menopausa è conclamata e certa quando da 12 mesi non si presenta più il ciclo mestruale (non prima!). La menopausa è il momento in cui la pillola come anticoncezionale non ha più utilità. Non serve come contraccettivo perché non puoi più rimanere incinta, non serve per mestruazioni dolorose o abbondanti perché il ciclo è ormai scomparso.

L’infertilità può essere ovviamente causata da altri fattori di salute, diversi dalla menopausa, e il buon senso ci dice che anche in questi casi la contraccezione non ha più alcun senso.

Smettere di prendere la pillola: le eccezioni

La pillola non è solo un contraccettivo. Vediamo quindi le eccezioni alla regola.

Ci sono disturbi che la pillola aiuta ad affrontare: è il caso dell’endometriosi, patologia che può insorgere in età fertile. In genere migliora durante i periodi di inattività dell'ovaio, ovvero in corso di terapia estroprogestinica, durante la gravidanza o in menopausa o quantomeno, non peggiora in quelle circostanze. Non si conoscono le cause dell’endometriosi, ma si conosce l’efficacia degli estroprogestenici (la pillola appartiene a questa categoria di farmaci) sulla malattia (adottati sempre e solo quando non vi siano controindicazioni al riguardo). Se sei affetta da endometriosi il medico può prescriverti una pillola contraccettiva continua, quindi da assumere senza pausa di qualche giorno ogni tre settimane. La pillola potrebbe aiutare a fermare il corso della malattia, a bloccare il ciclo in modo reversibile e a controllare la sintomatologia dolorosa che contraddistingue questa malattia, con dolore mestruale, durante i rapporti, o addirittura cronico e continuo.

Al contrario, un motivo per interrompere immediatamente l’assunzione della pillola anticoncezionale ha a che fare con il sangue e non dipende dall’età della donna. Se ti hanno diagnosticato una tendenza alla trombosi o una mutazione genetica protrombotica, ti verrà ordinato di interrompere immediatamente l’assunzione della pillola, perché questa sarebbe un catalizzatore del rischio di embolia, così come lo sono il fumo, una gravidanza o l’immobilità forzata (ad esempio un’ingessatura). Di questo parliamo anche nel paragrafo successivo, e che riguarda tutte le donne over 40.

Smettere di prendere la pillola a 50 anni

L’età non è una regola, abbiamo detto che la menopausa può presentarsi in momenti diversi in ciascuna donna. Se è vero che di norma la menopausa si presenta intorno ai 50 anni, possiamo dire che dai 40 anni potrebbero già comparire i primi sintomi della premenopausa: il ciclo diventa irregolare, le mestruazioni saltano per poi ripresentarsi tempo dopo. In questo momento le donne sono ancora fertili, sebbene meno di quanto lo fossero a vent’anni, e hanno quindi bisogno di contraccezione perché c’è ancora attività ovarica e quindi il rischio di una gravidanza (non sempre desiderata).

Tra i 40 e i 50 anni possiamo continuare a prendere la pillola?

La domanda ne implica un’altra: dobbiamo cambiare contraccettivo a una certa età?

Con l’avanzare dell’età aumentano i rischi trombotici in tutte le donne. I trombi si verificano quando il sangue si “coagula troppo”, e si possono formare come dei tappi nel sistema venoso di qualsiasi distretto corporeo... La pillola anticoncezionale, insieme ad altri fattori importanti come il fumo, sono catalizzatori di patologie o eventi negativi legati al sistema circolatorio.

Dai 40 anni sarebbe quindi utile porsi almeno dei dubbi riguardo la contraccezione. A questa età infatti è bene soppesare rischi e benefici della prosecuzione della pillola, diversi da donna a donna. Chi è terrorizzata dall’introduzione di una spirale al rame o dal diaframma, chi è allergica al lattice dei profilattici, chi senza pillola soffre di forti dolori causati dal ciclo mestruale… Ogni caso è da considerare a sé, va sempre valutata la scelta contraccettiva con il ginecologo di fiducia valutando caso per caso.

Molto dipende anche dagli altri fattori che aumentano il pericolo di trombosi: il fumo, l’ipertensione, l’obesità e la sedentarietà.

A 40 anni si può quindi prendere in considerazione il passaggio da un contraccettivo ormonale, che si tratti della pillola, del cerotto transdermico o dell’anello vaginale, a favore di un contraccettivo meccanico. Il problema dei contraccettivi ormonali riguardo il rischio di trombosi è da imputare agli estrogeni che questi rilasciano nel corpo.

Cosa c’entrano estrogeni e trombosi? Tutti noi coaguliamo il sangue – per fortuna – ad esempio per fermare il sanguinamento di una ferita o guarire delle infiammazioni. La velocità e il modo in cui una persona coagula dipendono da fattori ereditari ed è quindi scritto nel DNA di ciascuno.

C’è chi coagula poco e chi molto. Ma non è tutto genetica, anche lo stile di vita può alterare la coagulazione. Soprattutto il peso, la sedentarietà, il fumo sono fattori di rischio per l’aumento di coagulabilità del sangue.

Ma non serve allarmarsi: per qualsiasi ragione si ritenga di voler continuare la strada della pillola anticoncezionale dopo i 40 anni e magari fino alla menopausa, basterà parlarne al proprio medico spiegando le proprie perplessità al riguardo.

Ci sono però altri contraccettivi che potrebbero fare al caso vostro.

Quando smettere la pillola e passare alla minipillola

Non lasciarti ingannare dal nome: la minipillola non è lo stesso farmaco che ben conosciamo ma in dimensioni minori. La minipillola ha lo stesso aspetto della pillola, ma ha una formulazione diversa: non contiene estrogeni, ma solo progestenici. È questa una possibile e valida alternativa alla pillola tradizionale, alla quale ricorrere dopo i 40 anni. Perché? L’assenza di estrogeni abbassa le possibilità statistiche di incorrere in patologie circolatorie.

Vi serve un motivo più futile, ma non di certo di minor importanza per una donna, per passare alla minipillola? Sappiate che causa meno ritenzione idrica della pillola, e quindi meno cellulite.

Smettere di prendere la pillola: cosa succede dopo al tuo corpo?

Quando si smette di assumere la pillola ci sono sempre delle conseguenze, ma non sono tutte negative. Potreste ad esempio perdere qualche chilo, che però in genere è acqua (ritenzione idrica) e non grasso. Altra buona notizia è l’aumento del testosterone e quindi della libido, segnalata da molti ricercatori. Di contro, quando si smette di prendere la pillola il ciclo mestruale può diventare più intenso, più lungo e/o più doloroso. Quando non si assumono più anticoncezionali si può anche percepire l’ovulazione: secrezioni vaginali più abbondanti e dolori pelvici localizzati a destra o a sinistra. Altra possibile controindicazione è la ricomparsa di acne in chi ne soffre e ha utilizzato la pillola (anche) per ridurre la portata degli odiati brufoli.

Ho smesso di prendere la pillola: posso restare incinta subito?

Che tu abbia preso la pillola solo recentemente, diciamo negli ultimi mesi, oppure che tu sia un’utilizzatrice di lungo corso, magari sin dall’adolescenza, il risultato non cambia: quando smetti di assumerla puoi rimanere incinta se sei in età fertile. Infatti, tecnicamente si può rimanere incinta non appena riprende l’ovulazione. Per chi non vuole rischiare una gravidanza indesiderata, il consiglio è uno solo: passare a un altro metodo contraccettivo. Puoi conoscerli meglio nell’articolo Metodi contraccettivi: tutto ciò che dovresti sapere.

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